Firmato dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, e dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, il decreto che riconosce sgravi contributivi ai datori di lavoro privati che abbiano previsto, nei contratti collettivi aziendali, istituti di conciliazione tra vita professionale e vita privata dei lavoratori. Il provvedimento dovrà essere registrato dalla Corte dei Conti.

Il decreto interministeriale Ministero del lavoro e Ministero dell’Economia e delle Finanze del 12 settembre u.s., diventa un atto esecutivo di una serie di importanti previsioni normative di matrice socio-giuridica. Sulla base delle legge delega n. 183/2014, in tema di deleghe al governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell’attività ispettiva e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro; sulla base del decreto legislativo n. 80/2015 recante misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro, in attuazione della legge delega su menzionata; attraverso il decreto interministeriale in esame vengano disciplinate le misure di worklife balance da inserire nei contratti aziendali per ottenere un importante beneficio contributivo a favore dei datori di lavoro (il termine “work-life balance” è un concetto ampio che indica la capacità di bilanciare in modo equilibrato il lavoro – inteso come carriera e ambizione professionale – e la vita privata – famiglia, svago, divertimento – . Con questo significato il termine è stato usato per la prima volta in Gran Bretagna alla fine degli anni Settanta).

Il beneficio è riconosciuto sotto forma di sgravio contributivo, in favore di quei datori di lavoro del solo settore privato, che abbiano sottoscritto e depositato ai sensi dell’art 14 del Dlgs. n. 151/2015 (deposito in via telematica presso la ITL), contratti collettivi aziendali anche in recepimento di contratti collettivi territoriali, recanti l’introduzione di misure di conciliazione tra vita professionale e vita privata innovative rispetto a quanto previsto dai contratti collettivi nazionali di riferimento piuttosto che da disposizioni normative vigenti. Inoltre, il beneficio contributivo anche per quei datori di lavoro privati che nei contratti collettivi aziendali, sempre depositati in ITL, abbiamo previsto l’estensione o l’integrazione di misure già previste in precedenti integrativi aziendali. In buona sostanza, beneficiari dello sgravio sono i datori di lavoro privati che hanno sottoscritto e depositato contratti collettivi aziendali che prevedono o l’introduzione o il miglioramento se già previste in precedenti accordi, di almeno due delle misure di worklife balance elencate nell’articolo 3 del decreto in esame. Di queste misure, almeno una deve riguardare gli interventi a sostegno della genitorialità o quelli relativi alla flessibilità organizzativa.

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