Offrono un impiego a 500 mila persone al mese, dopo il Decreto Dignità pensano a una federazione
Preoccupate, infastidite, compulsano il testo del decreto, meditando, se non vendetta, almeno una riscossa. Colpite dalla sindrome della colpa, le agenzie private del lavoro preparano una battaglia strategica, alzando il livello dello scontro. Il Decreto Dignità approvato, sulla parte lavoro, ottiene un doppio risultato: la coalizione delle agenzie di somministrazione contro le misure previste e la sollecitazione a creare una Federazione del Lavoro, che tratti direttamente con il Go-verno sui temi che la riguardano. Le avvisaglie di un possibile scontro sono iniziate dopo una dichiarazione del ministro del Lavoro, Luigi Dí Maio,
Le agenzie di somministrazione di lavoro fanno caporalato,
continuate durante il Festival del Lavoro dei Consulenti del lavoro e scoppiate alla versione definitiva: hanno salvato l’assunzione a tempo indeterminato di 40 mila candidati (staff leasing) ma sono state equiparate al contratto a tempo determinato, con i lacci e lacciuoli previsti. Il decreto ha dato la sveglia a un settore che sembrava navigare a gonfie vele in auto-sufficienza: + 25% di crescita negli ultimi anni, quasi 500 mila lavoratori in somministrazione al mese. Ora vince la preoccupazione, ma nella crisi scattano le autodifese. Le agenzie del lavoro chiedono maggiore rispetto. E al Festival hanno iniziato ad affilare la strategia.
Dobbiamo scrollarci dí dosso l’immagine che non ci appartiene: non abbiamo nulla da spartire con il caporalato – ha affermato Alessandro Ramazza, presidente Assolavoro -. Dobbiamo anche puntare sui servizi alle imprese e sul welfare, che pratichiamo da sempre per i nostri lavoratori.
Non ci aspettavamo un attacco di questa natura – rincara Rosario Rasizza, presidente Assosomm – che rischia non solo di ostacolare il no-stro lavoro ma anche le decisioni dí scelta delle imprese, che cercheranno vie d’uscita oltre il decreto o rinvieranno le assunzioni.
Per Andrea Lombardi, presidente Alleanza Lavoro network
è stato fatto un pasticcio senza stabilire nemmeno una norma transitoria. Ci sono 70 mila lavoratori a cui scade il contratto di somministrazione a fine luglio: che succederà? Inoltre molti non conoscono il lavoro che facciamo, le tutele che offriamo ai lavoratori, compresa la formazione gratuita.
Analogo il parere di Mauro Capitanio, presidente Fondazione Lavoro (consulenti del lavoro), che invita alla collaborazione tra agenzie private, consulenti e centri pubblici per l’impiego. Mentre c’è chi si spinge ancora più in là:
Il futuro è quello appena avviato e riguarda le politiche attive del lavoro – conclude Maurizio Del Conte, presidente di Anpal – Dobbiamo convocare gli Stati generali delle politiche attive del lavoro con tutti gli interlocutori, per assecondare la crescita e aumentare l’occupazione.